C'è un sottile filo che collega fra loro le opere, i palazzi, le chiese che abitano il territorio di Celle Ligure: la bellezza.
Sono i segni che la storia e l'arte hanno lasciato e che oggi permettono di raccontare e di scoprire scorci, angoli, piazze e carruggi. Dalla penombra dei vicoli alla luminosità del mare e del cielo. Il viaggio che si può intraprendere per scoprire Celle e la sua arte offre un approccio di conoscenza differente.
Un itinerario alla scoperta dei tesori custoditi all'interno dei confini comunali non può che cominciare dalla Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, “un diamante incastonato in una foresta di ulivi” secondo la celebre definizione coniata dal tribuno francese Lèon Gambetta, cellasco per parte di padre, la cui casa natale si trova nel pieno del Centro storico, in via Sant'Antonio.
Eretta fra il 1630 e il 1645 sulle vestigia di una chiesa del XII secolo, di cui conserva il campanile cuspidato, la Chiesa Parrocchiale custodisce grandi nomi della pittura genovese, Piola e Fiasela in particolare, un raro crocifisso del XV secolo e il presepe ottocentesco di Antonio Brilla, le cui statuine in terracotta riproducono scene di vita popolare.
L'abside accoglie, sopra l'altare, il Polittico San Michele e i Santi che Perin del Vaga, allievo di Raffaello, dipinse nel 1535 durante il periodo della sua permanenza a Genova. La leggenda vuole che sia un ex-voto del pittore per aver trovato salvezza sulla spiaggia di Celle dopo un naufragio; in realtà, come recita un'iscrizione, fu commissionato dai pescatori cellaschi, i quali dimostrarono di conoscere ed apprezzare un artista che operava nei più alti ambienti culturali dell'epoca.
Antistante la chiesa vi è il sagrato, un mosaico di oltre mezzo milione di sassi bianchi e neri che gli alunni delle classi elementari della scuola di Celle, fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, raccolsero sulla battigia da Albisola a Cornigliano.
Dietro la Chiesa si trova l’antico Oratorio di San Michele, indicato come domus disciplinatorum in documenti della seconda metà del 1500, costituito da un'unica aula rettangolare semplice ed essenziale, con un presbiterio stuccato solo nell'Ottocento. Qui i confratelli custodiscono i crocifissi portati in processione: indice della loro cultura, la scelta di Pasquale Navone come autore del Crocifisso spirante (1767).
Patrimonio dell'oratorio è soprattutto la cassa lignea policroma, in legno di tiglio, San Michele Arcangelo di Anton Maria Maragliano del 1694, tradizionalmente portata a spalla dai cristezanti, durante le processioni in onore del Santo Patrono.
Dalla Chiesa Parrocchiale di S. Michele, l'itinerario continua lungo via Colla per raggiungere il centro storico, uno dei prototipi meglio conservati di borgo costiero lineare.
Superato il viadotto ferroviario sulla sinistra si erge una Torre, è il Portone di Palazzo Avogadro, costruito nel XIX secolo per ingentilire il settecentesco Palazzo della Famiglia Avogadro. Il Leone e il selciato rappresentano le origini e lo stemma della famiglia.
Continuando lungo via Boagno si incontra la Casa di Riposo Nostra Signora della Misericordia, che conserva una preziosa collezione di maioliche dell’antica farmacia ligure del XVIII secolo, 35 vasi in ceramica bianco blu che testimoniano la presenza delle antiche fornaci nel territorio circostante e le radici nella tradizione del bianco-blu. Anche in questo caso il connubio antico-contemporaneo si sposa alla perfezione.
Accanto alla tradizione, nella Cappella sono custodite opere ceramiche (altare e Via Crucis) di Eliseo Salino, scultore e ceramista albisolese (1919-1999), protagonista di primo piano della storia dell'arte ceramica di Albisola.
Un percorso attraverso l’arte di Celle non può non presentare il settecentesco Palazzo Ferri, oggi sede del Municipio, che conserva al suo interno alcune importanti opere del pittore Raffaele Arecco, a cui l'Amministrazione comunale ha dedicato una mostra antologica nel 2010.
Una curiosità riferita a Palazzo Ferri riguarda la parola "municipio" scritta al di sopra della porta d'ingresso. Essa è realizzata a "stencil" con le aste tagliate da una lastra di rame e con il colore chiaro del muro in contrasto con il metallo scuro. La targa è stata progettata nel 1976 dall'architetto Pasquale Gabbaria Mistrangelo mentre è stato il pittore Gianpaolo Parini (1941-2015) a disegnare le lettere che si caratterizzano per i tre diversi generi di terminazioni in alto e in basso.
La sala consiliare, sempre all'interno del palazzo comunale, ospita invece l'opera Leon Gambetta un ritratto scolpito in ardesia di Nanni Servettaz, autore anche della Testa di Donna conservata, nello stesso palazzo, presso l'Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica.
Oltre alle già citate opere, a Celle si possono trovare una Pietà in pietra serena di Dego e una Pietà bronzea nei due cimiteri comunali, un busto in bronzo, raffigurante Silvio Volta, nell'omonima piazza di fronte alla stazione ferroviaria e una “lunetta” in bronzo in piazza del Popolo, raffigurante San Michele che uccide il Diavolo.
Percorrendo il lungomare, si arriva alla Chiesa di Nostra Signora della Consolazione, la cui struttura attuale è il frutto della trasformazione, avvenuta nel XVII secolo, dell'antico insediamento conventuale della chiesa di Santa Maria della Grotta. L'edificio è caratterizzato esternamente da una tipica decorazione a strisce orizzontali bicolore bianche e grigio-turchine, con facciata del XIX secolo pseudo romanica.
Percorrendo la galleria Crocetta si giunge ai Piani di Celle con il suo gioiello: la Chiesa Parrocchiale di Maria Assunta, nata dall'eredità storica e spirituale del Santuario della Crocetta, distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, proprio nel giorno della Liberazione, dall'esercito tedesco. La progettazione della Chiesa venne affidata all'architetto Enzo Magnani e la costruzione venne realizzata fra l'autunno del 1954 e il 1959.
La Chiesa rappresenta un esempio di architettura moderna di grande pregio e si caratterizza per un'assoluta essenzialità delle linee, costituendo per il territorio un esempio di eccellenza sia dal punto di vista architettonico che artistico. Conserva in facciata un altorilievo l'Assunta con San Michele e il Drago, opera del Maestro Lucio Fontana: realizzata in terracotta, l'opera raffigura la Vergine circondata da tre teste di cherubini, mentre due angeli le tirano il velo e più sotto il drago dalla lunga coda che si insinua nella scena celeste, ai piedi della Vergine, per divorare il bambino; in una diagonale ascendente rispetto alla Madonna, giunge San Michele, con l'asta, per colpire il mostro, nella mano destra. La lotta tra il male e il bene è qui sospesa in un cielo eterno, senza tempo: anche se il bene trionferà, la scena, osservata dal basso, viene percepita come il fotogramma di un momento drammatico, che mantiene una forte tensione nel dinamismo dell'azione.
L'edificio, di forma trapezioidale, campanile con tettuccio a capanna e due aperture rettangolari, internamente è caratterizzato da un'unica navata, illuminata dalla luce soffusa che penetra dai finestroni laterali verticali, realizzati da Enrica Valenziano e raffiguranti in ogni vetrata foglie dipinte nei colori liturgici. Nell'interno sobrio e pensato nelle tonalità chiare, una nota di colore, favola e poesia proviene dall'opera di Emanuele Luzzati, autore delle acquasantiere, del pulpito e della balaustra. Gli elementi architettonici sono trasformati dalla fantasia di Luzzati in personaggi senza tempo: angeli-bambini musicanti realizzati in una ceramica colorata con smalti turchesi e tocchi color lapislazzulo. Si può anche trovare una Via Crucis di Rossi, unica in Italia, incisa con tecnica dell'affresco. All'esterno, il sagrato a mosaico bianco e nero, raffigurante le tre croci del Golgota, è stato progettato da Mario Rossello con un linguaggio sobrio ed essenziale.